Da quest’anno una novità: per incoraggiare giovani autori, magari “giovani del mestiere” e piccole case editrici, verrà premiato con una segnalazione speciale un autore che, pur non essendo un divulgatore noto e di fama internazionale, abbia scritto un libro di lettura di matematica in grado di suscitare interesse e curiosità in un pubblico più vasto e che meriti di venire segnalato con questo premio. La segnalazione può eventualmente essere attribuita anche a una piccola casa editrice che pubblichi un’opera interessante di un giovane autore. Il vincitore sarà scelto direttamente dalla giuria ristretta, anche se le segnalazioni da parte di tutti saranno benvenute.
Il “Premio Peano” 2006 viene bandito per libri pubblicati nel corso dell’anno 2006.
L’organizzazione del Premio è a cura del Direttivo Mathesis.
Il vincitore
La settima edizione del Premio Peano ha visto vincitore Ian Stewart, con il libro Com’è bella la Matematica. Lettere a una giovane amica, Bollati Boringhieri, 2006 (titolo originale: Letters to a Young Mathematician, Basic Groups, Joat Enterprises, 2006 ).
La giuria ristretta, composta da Ferdinando Arzarello, Enrico Bellone, Alberto Conte, Angelo Guerraggio, Franco Pastrone e Fedrico Peiretti ha confermato il voto espresso dai soci, che ha visto una supremazia netta nei confronti di altri libri in gara.
L’interesse che la matematica presenta tuttora per molte persone di cultura, non necessariemente specialistica, dimostrato dal successo di libri, film e opere teatrali dedicate a personaggi vissuti in epoche molto diverse (da Saccheri a Fibonacci a Gödel a Nash, per citarne solo alcuni), ci conforta a continuare sulla strada intrapresa con il nostro premio, che nato come piccolo evento, sta crescendo anno per anno.
I vincitori delle sei edizioni precedenti sono tutti nomi di grande prestigio sia nel campo della scrittura matematico-letteraria, come A. Doxiadis, che nella matematica militante, come A. Connes, medaglia Fields e premio Wolff, e G. Lolli, che nella divulgazione matematica e scientifica, come K. Devlin e P.G. Odifreddi, M. Livio astrofisico di fama mondiale e divulgatore di successo, M. du Sautoy, esperto di teoria dei numeri e divulgatore, indicato dall’Independent on Sunday come uno degli scienziati britannici di punta, P. Pesic, fisico, storico della scienza e pianista, “Tutor and Musician-in-Residence” al St. John’s College, Santa Fe.
I vincitori stranieri sono tutti venuti a Torino per ricevere il premio, insieme con gli italiani. Ian Stewart si inserisce a pieno titolo nell’elenco di vincitori di alto profilo.
La premiazione avrà luogo, in collaborazione con Extramuseum, nell’ambito di Giovedì Scienza, al Teatro Colosseo, il giovedà 13 dicembre 2007.
Ian Stewart, nato nel 1945, ha conseguito il BA in Matematica a Cambridge e il PhD a Warwick ed è attualmente professore di Matematica alla Università di Warwick. Dirige un centro di cultura matematica (MAC@W) a Warwick ed è socio della Royal Society dal 2001. Matematico attivo nella ricerca con oltre 140 pubblicazioni nei settori della dinamica, con interesse alla teoria del caos, dei frattali con applicazioni alla biomatematica, alla fluidodinamica, alla teoria dei circuiti elettronici, teoria delle biforcazioni e altri campi in cui si evidenzi una certa distanza tra matematica pura ed applicata. La sua attività nel campo della divulgazione matematica e più in generale scientifica è molto ampia e ha ottenuto anche numerosi premi e medaglie in Inghilterra e negli USA. E’ consulente per New Scientist e per l’Enciclopedia Britannica. Dal 1990 al 2001 ha avuto una rubrica fissa su Scientific American ed è autore anche di libri di fantascienza.
Più dettagliate informazioni si possono trovare nel suo sito e nel sito di Wikipedia.
Tra i suoi libri più belli tradotti in Italiano ricordiamo:
Dio Gioca a dadi? Bollati Boringhieri,1993
L’altro segreto della vita, la nuova matematica e gli esseri viventi, Longanesi, 2002
Qual è la forma di un fiocco di neve? Bollati Boringhieri, 2004
Il libro premiato
Com’è bella la Matematica. Lettere a una giovane amica, Bollati Boringhieri, 2006 (titolo originale:Letters to a Young Mathematician, Basic Groups, Joat Enterprises, 2006) fa parte della serie americana “Basic Books’ Art of Mentoring”. Con un artificio letterario antico, è scritto sotto forma di epistolario, o meglio di lettere che Ian Stewart scrive a un’aspirante matematica di nome Meg seguendola nel suo percorso dale scuole superiori fino a quando Meg ottiene una posizione come Professore Associato in una Università Americana. L’autore precisa nella prefazione che questo libro vorrebbe essere un aggiornamento del famoso libro di G.H.Hardy, “Apologia di un Matematico”. Dice Stewart: è “il mio tentative di aggiornare alcune parti del libro di Hardy, in particolare quelle che più potrebbero influenzare un giovane orientato verso la laurea in matematica. Gli argomenti affrontati sono i più vari, non intendo qui offrire soltanto dei suggerimenti pratici, ma mostrare l’impresa matematica dal suo interno, spiegando che cosa significhi davvero essere un matematico.” Dal risvolto di copertina: “Che cos’è la matematica? A cosa serve? Come s’impara? Come va insegnata? È un’attività solitaria o di gruppo? Come ragiona una mente matematica? Quali sono le frontiere della ricerca? Per rispondere a queste domande lan Stewart concepisce delle lettere indirizzate a Meg, giovane matematica di cui segue il percorso di studio dalle scuole superiori fino all’affidamento di un incarico universitario. Il contenuto di queste lettere spazia dalle decisioni riguardanti la carriera fino all’attività dei matematici professionisti e alla natura della loro disciplina. “Il mio lettore di riferimento”, dichiara Stewart, “è soprattutto il giovane matematico, o i suoi genitori, parenti e amici, ma il libro dovrebbe interessare tutti coloro che, indipendentemente dalla loro ambizione, desiderano sapere cosa significa diventare – ed essere – un matematico”. Il libro è di gradevole lettura, ma fornisce anche idee sulla matematica utili agli insegnanti e interessanti per un pubblico ampio, non matematico, ma curioso della matematica.
La segnalazione della giuria
Il regolamento del Premio Peano 2006 presenta una novità :
Da quest’anno una novità: per incoraggiare giovani autori, magari “giovani del mestiere” e piccole case editrici, verrà premiato con una segnalazione speciale un autore che, pur non essendo un divulgatore noto e di fama internazionale, abbia scritto un libro di lettura di matematica in grado di suscitare interesse e curiosità in un pubblico più vasto e che meriti di venire segnalato con questo premio. La segnalazione può eventualmente essere attribuita anche a una piccola casa editrice che pubblichi un’opera interessante di un giovane autore. Il vincitore sarà scelto direttamente dalla giuria ristretta, anche se le segnalazioni da parte di tutti saranno benvenute.
Nel non lungo elenco dei libri che rispondevano ai requisiti del regolamento la giuria unanime ha scelto:
Luisa Girelli, Noi e i numeri. Talvolta li amiamo, più spesso li detestiamo. Perché? Il Mulino, 2006.
L’autrice è una giovane neuropsicologa e si occupa di neuroscienze cognitive. Il suo è un tentativo interessante e accessibile ai non matematici di avvicinarsi al problema dell’apprendimento della matematica. Il libro si ispira certamente ed esplicitamente a classici quali sono i trattati di B. Butterworth e S. Dehane, ma presenta anche risultati e ipotesi più recenti. Riportiamo quanto scritto nell’ultimo di copertina. “Perchè per alcuni il compito di matematica rappresenta un problema insormontabile e per altri una prova come un’altra? Per quale motivo la matematica può essere a tal punto fonte di disagio da originare ansie e vere e proprie fobie? L’autrice del volume ci introduce nel mondo dei numeri rispondendo a queste e a molte altre domande sulle nostre abilità numeriche. Ripercorre la lunga storia del far di conto, dai primi simboli cuneiformi incisi su tavolette d’argilla all’invenzione dello zero; ci mostra come nell’uomo ci sia una predisposizione naturale alla valutazione delle quantità , che a livello percettivo possono esser colte anche nel mondo animale; e ci racconta la storia affascinante di grandi matematici e di prodigiosi calcolatori. Infine discute il problema dell’apprendimento della matematica cercando di spiegare come spesso all’origine di paure e antipatie ci sia una didattica sbagliata e un modo distorto della scuola di proporre questa materia.”
Luisa Girelli è ricercatrice di Psicobiologia e Psicologia fisiologica nell’Università di Milano – Bicocca. È autrice di vari contributi nell’ambito dello sviluppo delle abilità numeriche apparsi su riviste scientifiche.
VV., Matematica e cultura 2006, Springer Verlag, 2006
La collana Matematica e cultura, attraverso un cammino iniziato dieci anni fa, in modo sempre nuovo, sorprendente e affascinante prova a descrivere influenze e legami esistenti tra il mondo della matematica e quello dell’aeronautica, della medicina, della biologia, ma anche dell’arte, del cinema, del teatro, della letteratura o della storia: “Non poteva mancare un omaggio a Mario Merz seguendo i suoi numeri di Fibonacci verso l’infinito. E il cinema, quello di Davide Ferrario che riprende quel filo, quei numeri che volano su Torino. E il film sull’assioma delle parallele, un film veneziano. E le storie dei matematici,le storie incredibili, quelle di Evariste Galois, a fumetti, certo, come è divenuta tradizione a Venezia, e quella di Vincent Doeblin, figlio matematico di Alfred, lo scrittore. La matematica e la narrazione, il teatro. E l’arte, con l’astrazione, l’astrattismo, Mondrian e Kandinsky e Malevich e El Lissitsky, e Bruno Munari, il grande sognatore di forme. E la matematica, l’utilità irragionevole della matematica nella medicina, nei motori di ricerca, nello studio dei comportamenti di coppia. E il viaggio, il Milione di Marco Polo, lontano da Venezia, dove sempre si ritorna. Magari mascherati, con le maschere che nascono nella laguna. La loro storia è anche raccontata in questo libro, insieme al sogno dei matematici che vogliono fare volare un aereo, leggero, intorno al mondo solo con l’energia del sole. E il vino, per ricordare e dimenticare, il vino caotico che abbiamo potuto bere. Quello no, un bicchiere di vino, un libro non ve lo può dare, ma il resto sì. O forse sì, basterà battere le ali di una farfalla…
VV., a cura di Claudio Bartocci, Racconti matematici, Einaudi, 2006
Alcuni scrittori di valore sono anche stati matematici di professione: da Omar Khayyam a Bram Stocker, da Lewis Carroll a Alexander Solzenicyn. E non è raro che in alcuni romanzi ci siano pagine dedicate alla matematica o con matematici protagonisti. In questa antologia vengono però raccolti solo quei racconti che per intero ed esplicitamente si sono ispirati al mondo della matematica (per tema o struttura del racconto). Due storie di Borges ispirate a quei “libri di logica e matematica letti ma non perfettamente compresi”, l’integrazione matematica come integrazione razziale in Pynchon o il rapporto tra uomo e donna sotto forma di anello di Moebius in Cortázar. Tra gli altri racconti si ricordano quelli di Calvino, Buzzati, Huxley, Cheever e McEwan, Saramago, Del Giudice, Voltolini, Musil. Uno spazio particolare è riservato alla fantascienza, che con la matematica ha spesso mostrato grandi affinità. Negli ultimi cento anni matematica e letteratura hanno incrociato il loro cammino innumerevoli volte, troppe perché si tratti soltanto di incontri casuali. Ne à convinto Claudio Bartocci, docente di Fisica matematica e curatore di questo affascinante volume di Racconti matematici, un’antologia di storie dedicate alla matematica e ai matematici, scritte da grandi romanzieri e saggisti della letteratura contemporanea. Come in matematica il ricercatore passa da una teoria all’altra attraverso analogie vaghe e oscuri riflessi, anche i rapporti tra questi racconti e la matematica sono segnati da furtive carezze, incerte corrispondenze, consonanze e dissonanze. Troviamo i brani di Borges sull’ossessione dell’infinito e quello di Asimov che fonde abilmente tecnologia, calcolo e fantascienza. Calvino che, nel racconto “Quanto scommettiamo”, porta alle estreme conseguenze il paradigma di Laplace per metterne a nudo la sostanziale inapplicabilità. Buzzati che nella storia “I sette messaggeri” affronta il dilemma del paradosso di Achille e della serie infinita di convergenze: sebbene i suoi messaggeri raggiungano sempre il protagonista la distanza che devono percorrere tende all’infinito, perché “non esiste frontiera, almeno nel senso che noi siamo abituati a pensare”. L’esistenza di una quarta dimensione spaziale innesca e sostiene, invece, il meccanismo narrativo dei racconti “La casa nuova” di Robert Heinlein e “Geometria solida” di Ian McEwan, mentre il Ragazzo di Dario Voltolini s’interroga su come un pavimento (in quanto avente curvatura nulla) possa essere fatto di soli esagoni, mentre per cucire un pallone da calcio in cuoio sia necessario tenere insieme esagoni e pentagoni (a causa delle proprietà geometriche dei triangoli sulla superficie della sfera). La parte conclusiva del libro è fatta di ritratti: Umberto Eco “dialoga” con Pitagora sui rapporti tra musica e matematica, Raymond Queneau scrive di un Hugo geometra (Léopold, nipote di Victor), ed Emmanuel Carrère traccia un breve ritratto di Alan Turing, il logico britannico ideatore della macchina di calcolo che porta il suo nome.
Alberto Giovannini, Eva Filoramo, Claudia Pasquero, Alla scoperta della crittografia quantistica, Bollati Boringhieri, 2006
La crittografia si sviluppa e perfeziona per rispondere all’esigenza di segretezza nella trasmissione delle informazioni. La crittografia quantistica consente, al contrario della crittografia correntemente usata, di inviare messaggi che non potranno essere decifrati e di vanificare al massimo i tentativi di una loro intercettazione. Partendo dalla storia dei codici segreti, il libro affronta gli sviluppi pertinenti della teoria quantistica, per approdare infine alla più avanzata ricerca scientifica e tecnologica. Lo scopo è quello di richiamare l’attenzione su un tema le cui applicazioni pratiche coprono molti settori d’interesse strategico e sono destinate, nel prossimo futuro, a rivoluzionare i metodi di scambio delle informazioni.Amir Aczel, Il taccuino segreto di Cartesio, Mondadori, 2006
Tra le carte di Leibniz esiste la trascrizione che il filosofo fece di un taccuino custodito da Cartesio e che, dopo la sua morte, è andato perduto. L’unico ad aver avuto accesso a quel documento è stato il filosofo tedesco: un codice segreto che nascondeva i frutti di una ricerca matematica che Cartesio stava compiendo in gran segreto. Che cosa voleva nascondere il grande pensatore francese? Qual è il significato di quei numeri in codice? In un’Europa lacerata dalla Guerra dei trent’anni si cela uno dei grandi enigmi matematici della storia: la formula geometrica che avrebbe cambiato la nostra idea dell’universo e che la Chiesa cattolica non avrebbe mai voluto che venisse rivelata.
Anna Cerasoli, Mr Quadrato. A spasso nel meraviglioso mondo della geometria, Sperling & Kupfer, 2006
Tornano il nonno e Filippo, detto Filo, ormai bambino-quasi-ragazzo. E questa volta chiacchierano di geometria, applicata a crêpes e tramezzini, ai terreni degli antichi Egizi, alla metropolitana di Londra, ai pinguini e al pallone da calcio. Insomma, alla vita vissuta. Ed ecco che perimetri, aree e volumi non sono più astratti e noiosi spauracchi scolastici, ma vengono ricondotti al loro significato originario: strumenti di cui l’uomo si è avvalso nei secoli per agire sul mondo. In un dialogo vivace il nonno, ex professore di matematica, racconta all’arguto e simpatico nipote la meravigliosa invenzione del quadrato e delle altre figure geometriche ovunque presenti nei nostri oggetti quotidiani: dai fari delle auto ai barattoli di vernice, dalle cupole geodetiche alle ruote dentate, dai mosaici dell’Alhambra al nastro di Moebius… E nel racconto non mancano curiosità e aneddoti, come l’affascinante storia del teorema di Fermat o la leggenda della regina Didone, le invenzioni di Archimede o gli indovinelli topologici.
Clifford A. Pickover, Il nastro di M, Apogeo, 2006
Costruire un nastro di Möbius è facilissimo: un vero gioco da ragazzi. Eppure (o forse proprio per questo) solo alla metà dell’Ottocento August Ferdinand Möbius cominciò a esplorarne le curiose proprietà: fra le quali, la più evidente è che il nastro di Möbius è una figura con una sola faccia. Le sue proprietà controintuitive lo hanno reso fonte inesauribile di ispirazione non solo per matematici, scienziati e tecnologi, ma anche per artisti e letterati, fino a farlo diventare un simbolo del cambiamento, e della stranezza, dei cicli, del rinnovarsi e del ringiovanire. Dalle molecole alle sculture in metallo, dai francobolli alle strutture architettoniche e ai modelli dell’universo, Clifford Pickover racconta in queste pagine la storia della figura descritta per la prima volta dal dottor Möbius, le sue caratteristiche, i molti campi e le molte occasioni in cui è stata utilizzata, nelle diverse culture, per applicazioni concrete o costruzioni fantastiche.
cura di Gabriele Lolli e Piergiorgio Odi, Kurt Gödel, “La prova matematica dell’esistenza di Dio”, Bollati Boringhieri, 2006
Gödel fornisce, in questo piccolo scritto, una dimostrazione logica dell’esistenza di Dio: impresa che oggi potrà anche sembrare anacronistica, ma che si situa nella scia di una tradizione millenaria. La dimostrazione fu concepita nel 1941, rimaneggiata nel 1954, e perfezionata nel 1970. Nel febbraio dello stesso anno Gödel mostrò la versione definitiva al logico Dana Scott, e nell’agosto dichiarò all’economista Oskar Morgenstern di esserne soddisfatto, ma di non volerla pubblicare: non intendeva rivelare i suoi interessi teologici; la dimostrazione gli interessava solo da un punto di vista logico.
Daniel Kehlmann, La misura del mondo, Feltrinelli, 2006
Elio Motella, La matematica, Alberti Libraio Editore, 2006
Questo libro è dedicato agli alunni delle medie e delle superiori che hanno difficoltà in matematica; è rivolto: agli studenti che, pur non avendo difficoltà, sono interessati al problema; ai docenti di matematica delle elementari, delle medie e delle superiori; ai genitori che hanno figli in età scolare; a tutti coloro che hanno sofferto o soffrono ancora di “ansia da matematica” o, più semplicemente sono interessati ai problemi connessi con l’apprendimento della matematica. Nasce dalle risposte date nei questionari rivolti ad alunni e docenti, si basa su 31 anni di esperienze vissute in classe, si arricchisce della partecipazione, talvolta come relatore, a convegni e seminari sulla didattica della Matematica o della Fisica. Il libro vuol essere un saggio divulgativo. Fin dall’inizio la lettura è facile ed agevole, come se si trattasse di narrativa.
Ennio Peres, Susanna Serafini, L’ELMO DELLA MENTE – Manuale di magia matematica, Salani, 2006
La matematica non è soltanto quel complesso di regole e operazioni che ci aiutano nella vita pratica di tutti i giorni, e nemmeno soltanto un insieme astratto di concetti da imparare per non prendere un brutto voto a scuola. La matematica è anche un universo pieno di magia: sotto i più comuni ragionamenti matematici, che facciamo quotidianamente quasi senza pensarci, si nascondono proprietà dalle implicazioni sorprendenti. In questo libro sono raccolti 50 giochi di prestigio di facile esecuzione e di sicuro effetto, molti tratti dal repertorio tradizionale dei maghi, altri completamente originali, tutti basati sulle proprietà dei numeri e delle figure geometriche. Nella prima parte, adatta anche ai ragazzi, si spiega come eseguire il trucco. Nella seconda si svela il mistero del suo perché matematico, interpretando ogni singola azione “magica” e collegando così i concetti teorici all’esperienza reale. L’innata attrazione verso tutto ciò che è magico, unita all’istintivo desiderio di voler svelare il mistero, spingerà il lettore, anche il meno esperto, alla scoperta dei ragionamenti matematici alla base dei trucchi proposti. Un libro appassionante e utile per incantatori giovani e meno giovani, classi annoiate, insegnanti astuti e famiglie curiose.
Enrico Giusti, La disputa Leibniz – Newton sull’analisi, Bollati Boringhieri, 2006
Chi legge i documenti relativi, qui raccolti, relativi alla disputa fra Leibniz e Newton circa l’invenzione del calcolo infinitesimale, una delle più accese contese scientifiche del passato, ha l’impressione che si stia svolgendo un dialogo tra sordi, o meglio che i due contendenti parlino di cose simili certo, ma irrimediabilmente diverse. È vero che, quando la disputa raggiunge il suo culmine con la pubblicazione nel 1713 del “Commercium epistolicum”, i fatti che essa concerne si sono svolti più di mezzo secolo prima, ma una tale disparità di vedute circa l’oggetto stesso del contendere non si può spiegare solo con l’affievolirsi della memoria, ma deve avere radici più profonde, nella percezione stessa di quale sia l’essenza del calcolo – come allora si chiamava senza aggettivi – e del ruolo relativo dei due scienziati nella sua scoperta. In effetti, senza una profonda divergenza di punti di vista sull’oggetto stesso del calcolo, non sarebbe possibile rendere ragione dell’esplodere della controversia se non ricorrendo a gelosie personali e a rivendicazioni di priorità; gelosie e rivendicazioni che certamente ci furono, ma che da sole non possono spiegare l’assoluta mancanza di comunicazione tra due scienziati famosi, che fino a pochi anni prima non avevano mancato di scambiarsi riconoscimenti e complimenti.
Ettore Casari, La matematica della verit, Bollati Boringhieri, 2006
La ricerca logica, o anche solo la lettura di articoli e saggi concernenti questa disciplina, richiede ormai la padronanza di un non banale patrimonio di nozioni matematiche; in particolare, per quanto attiene alla semantica logica – ossia a quel ramo della logica che si occupa delle possibili interpretazioni e quindi dei possibili concetti di verità logica – di conoscenze algebriche e topologiche. Tuttavia le informazioni davvero necessarie sono perlopiù segmenti assai limitati di teorie molto vaste e articolate, che trovano trattazione naturale in testi complessivi specialistici, dunque poco utilizzabili da quei filosofi o linguisti che, senza volersi convertire in matematici di professione, desiderano non privarsi di una parte cospicua dell’elaborazione contemporanea di temi e problemi che li riguardano da vicino. L’ambizione di questo libro è quella di offrire a questo tipo di studiosi una raccolta il più possibile sistematica, leggibile ed esauriente di quei paragrafi delle teorie matematiche che vengono più di frequente usati nell’indagine semantica, colmando così una lacuna avvertita ormai come un serio ostacolo allo sviluppo della logica e delle sue sempre più ampie applicazioni.
Frédéric Patras, Il pensiero matematico contemporaneo, Bollati Boringhieri, 2006
Frutto della scienza del XIX secolo, canone del sapere in cui l’ideologia non è mai affidabile, lo strutturalismo matematico, dopo aver per lungo tempo imposto le sue vedute alle scienze umane, deve oggi farsi da parte. La successione è difficile, ma è dentro questo necessario rinnovamento del pensiero matematico che si gioca la sua legittimità intellettuale e sociale. Per comprendere il percorso della matematica contemporanea, il suo progressivo affrancarsi dalle parole d’ordine delle “matematiche moderne”, e i varchi che le si sono oggi aperti, occorre decostruire una storia ufficiale ormai riduttiva. Nel XIX secolo, e fino alla metà del XX, nei lavori di matematici come Galois, Hilbert o Weyl, si è sviluppata e affermata una diversa concezione del pensiero matematico. È questa tradizione di orientamento filosofico, tipicamente umanistica e non scientifica, che la modernità ci insegna a far rivivere attraverso teorie come quella degli schemi di Alexander Grothendieck o quella delle catastrofi di René Thom.
Gilles Cohen, Pitagora continua a divertirsi, Bruno Mondadori, 2006
La matematica, forse più di qualsiasi attività, si presta ai giochi che richiedono strategia, astuzia, immaginazione. Una punta di malizia, un tocco di logica e una manciata di perseveranza costituiscono la migliore ricetta per affrontare un gioco matematico. Non si richiede la conoscenza di linguaggi e di teorie matematiche particolarmente impegnative. L’enunciato è intrigante, sorprende e pone una sfida a colui che lo legge; suscita la curiosità e la voglia di saperne di più. La stessa soluzione diverte e persino, a volte, stupisce per la sua semplicità.
Giorgio T. Bagni, Bruno D’Amore, Leonardo e la matematica, Giunti Editore, 2006
Gli innumerevoli studi dedicati a Leonardo da Vinci hanno consegnato alla società una figura quasi leggendaria di scienziato e di artista. Questo libro è dedicato alla matematica e ai matematici ai tempi di Leonardo, raccontando l’interesse che il genio di Vinci dimostrò per questa disciplina che, tra il XV e il XVI secolo, stava vivendo un’importante stagione della propria storia. Il volume dedica un’ampia sezione alla matematica di quei tempi, con particolare attenzione all’algebra, alla geometria e all’aritmetica, senza tralasciare il giusto spazio riservato a dimostrazioni pratiche – equazioni, evoluzione del simbolismo algebrico e impiego di algoritmi.
Heinrich Hemme, L’uovo di Colombo e altri giochi di logica, Red Edizioni, 2006
Già nell’antichità si faceva ricorso ai rompicapo per scacciare la noia. Essi richiedono una mente lucida, perché spesso la loro soluzione si nasconde in qualcosa che nell’esposizione del problema non viene menzionato… Molti dei “perfidi” rompicapo raccolti nella prima sezione del libro sono dei veri classici. Di secolo in secolo sono stati tramandati da un continente all’altro, trasformandosi o adattandosi al contesto culturale con cui si sono trovati a confrontarsi. Questo libro ne racconta origini ed evoluzioni e ne propone le varianti.
Ian Stewart, L’assassino delle calze verdi e altri enigmi matematici, Longanesi, 2006
In questo libro il lettore troverà alcuni fra i più diabolici rompicapi che l’uomo sia mai riuscito a risolvere, problemi che si possono affrontare solo con una ferrea logica, come farebbe il grande Sherlock Holmes… Grazie alle sue doti di divulgatore scientifico, Stewart tesse attorno a ognuno dei problemi matematici proposti una breve storia, e fa sorridere mentre ci si spreme (forse non del tutto inutilmente) il cervello. Che siano stregoni alle prese con pentacoli e talismani, politici nell’empasse dei conteggi elettorali, aspiranti concorrenti di un gioco a premi ansiosi di capire se saranno turlupinatori o turlupinati, tutti i protagonisti hanno bisogno di un piccolo aiuto… matematico. Non disperate, in ogni caso le risposte sono alla fine del libro.
Ian Stewart, Com’è bella la matematica. Lettere a un giovane matematico, Bollati Boringhieri, 2006
Che cos’è la matematica? A cosa serve? Come s’impara? Come va insegnata? È un’attività solitaria o di gruppo? Come ragiona una mente matematica? Quali sono le frontiere della ricerca? Per rispondere a queste domande Ian Stewart concepisce delle lettere indirizzate a Meg, giovane matematica di cui segue il percorso di studio dalle scuole superiori fino all’affidamento di un incarico universitario. Il contenuto di queste lettere spazia dalle decisioni riguardanti la carriera fino all’attività dei matematici professionisti e alla natura della loro disciplina. “Il mio lettore di riferimento”, dichiara Stewart, “è soprattutto il giovane matematico, o i suoi genitori, parenti e amici, ma il libro dovrebbe interessare tutti coloro che, indipendentemente dalla loro ambizione, desiderano sapere cosa significa diventare – ed essere – un matematico”.
Jeffrey S. Rosenthal, Le regole del caso: istruzioni per l’uso, Longanesi, 2006
Ci sono eventi che sembrano del tutto incomprensibili e assurdi. Eppure, un approccio “scientifico” mostra che certi avvenimenti non sono poi tanto inverosimili come potrebbero apparire, e soprattutto che saper sfruttare le regole della probabilità e della casualità si rivela uno strumento imprescindibile nella vita di tutti i giorni. Troppe volte infatti si prendono decisioni basandosi sull’esperienza personale o sull’intuizione, quando un adeguato approccio numerico offrirebbe una prospettiva diversa e di conseguenza un vantaggio assolutamente competitivo. Dai fulmini alla vita extraterrestre, dai sondaggi politici ai filtri antispam, Rosenthal spiega le leggi della statistica in una prospettiva ironica e chiara.
John Derbyshire, L’ossessione dei numeri primi, Bernhard Riemann e il principale problema irrisolto della matematica, Bollati Boringhieri, 2006
Nell’agosto 1859 Bernhard Riemann, matematico giovane e ancora poco noto, presentò all’Accademia di Berlino un articolo intitolato “Sul numero di primi minori di una grandezza data”. In quella circostanza discusse per la prima volta l’ipotesi che prende il suo nome e che è passata alla storia come uno dei più famosi problemi irrisolti della matematica. Dimostrare questa ipotesi permetterebbe di trovare una formula per generare l’elenco dei numeri primi, cosa che avrebbe conseguenze fondamentali non solo per la scienza matematica, ma anche per la fisica quantistica e per la sicurezza informatica. In questo libro viene ricostruita la figura di Riemann, matematico e uomo, attraverso un’alternanza di capitoli, alcuni dedicati alla descrizione dei tratti storici e biografici della sua vita, altri alla puntuale esposizione matematica della sua ipotesi.
Lisa Randall, Passaggi curvi. I misteri delle dimensioni nascoste nell’universo, Il Saggiatore, 2006
L’universo racchiude numerosi segreti e potrebbe perfino nascondere dimensioni inimmaginabili: universi paralleli, geometrie curve e inghiottitoi tridimensionali sono alcuni degli straordinari concetti che di recente sono divenuti protagonisti della ricerca scientifica. Oggi, delle leggi del cosmo capiamo molto più di qualche anno fa, eppure abbiamo molte meno certezze sulla sua vera natura. Nel suo percorso di ricerca nel campo della cosmologia e della fisica, Lisa Randall ha dovuto abbattere alcuni paletti della scienza ufficiale e postulare l’inevitabile esistenza, nell’universo, di dimensioni che sfuggono alla nostra percezione. Muovendo dalle grandi scoperte del Novecento, in questo libro Randall spiega ai non addetti ai lavori la sua concezione dell’universo come membrana dotata di quattro dimensioni spazio-temporali immersa in uno spazio multidimensionale, e come questa sia dimostrabile dal punto di vista scientifico.
Lucangeli Daniela, Iannitti Angela, Vettore Marta, Lo sviluppo dell’intelligenza numerica, Carocci, 2006
Luisa Girelli, Noi e i numeri. Talvolta li amiamo, pi, Il Mulino, 2006
Perché per alcuni il compito di matematica rappresenta un problema insormontabile e per altri una prova come un’altra? Per quale motivo la matematica può essere a tal punto fonte di disagio da originare ansie e vere e proprie fobie? L’autrice del volume ci introduce nel mondo dei numeri rispondendo a queste e a molte altre domande sulle nostre abilità numeriche. Ripercorre la lunga storia del “far di conto”, dai primi simboli cuneiformi incisi su tavolette d’argilla all’invenzione dello zero; ci mostra come nell’uomo ci sia una predisposizione naturale alla valutazione delle “quantità”, che a livello percettivo possono esser colte anche nel mondo animale; e ci racconta la storia affascinante di grandi matematici e di prodigiosi calcolatori. Infine discute il problema dell’apprendimento della matematica cercando di spiegare come spesso all’origine di paure e antipatie ci sia una didattica sbagliata e un modo distorto della scuola di proporre questa materia. Luisa Girelli è ricercatrice di Psicobiologia e Psicologia fisiologica nell’Università di Milano – Bicocca. È autrice di vari contributi nell’ambito dello sviluppo delle abilità numeriche apparsi su riviste scientifiche.
Marcel Danesi, Labirinti, quadrati magici e paradossi logici – I dieci pi, Dedalo, 2006
Una visione d’insieme di argomenti quali la topologia, il calcolo combinatorio e la logica, attraverso la descrizione degli enigmi più affascinanti, dal paradosso del mentitore, alle torri di Hanoi, all’enigma dei quattro colori. Ogni capitolo parte dalla descrizione di un enigma, ne evidenzia gli aspetti matematici nascosti e svela, con l’aiuto della logica, la catena di ragionamenti che permette di “smontarli” e capirli.
Martin Aigner, G, edizione italiana a cura di Al, Proofs from the Books, Springer Verlag, 2006
Proofs from THE BOOK è un’opera straordinaria che ha saputo calamitare l’interesse di numerosissimi lettori, matematici e non, come poche altre di argomento matematico apparse in questi ultimi anni. Dall’edizione originale in lingua inglese, pubblicata nel 1998, sono poi state prodotte due altre edizioni in inglese e un numero in continua crescita di traduzioni in altre lingue (undici alla data in cui diamo alle stampe questa edizione). Proofs from THE BOOK rappresenta un’opera unica nel suo genere. La matematica è una disciplina costruita su teorie codificate in lemmi e teoremi le cui dimostrazioni sono sempre rigorose, spesso avvincenti e creative, talvolta bellissime. È proprio la tensione dei matematici di ogni epoca, che li spinge a cercare dimostrazioni belle, ad aver ispirato gli autori, i quali, insieme con il grande matematico ungherese Paul Erdos, immaginano che vi sia UN LIBRO (forse addirittura di ispirazione divina) che contenga le dimostrazioni più significative ed avvincenti della matematica, quelle che rasentano la perfezione. E questa monografia vuole proporre alcuni esempi di dimostrazioni che, presumibilmente, dovrebbero trovare posto nel LIBRO, cioè in THE BOOK.
Michael Atiyah, Siamo tutti matematici, Di Renzo Editore, 2006
Peter Pesic, Labirinto, alla ricerca del significato nascosto della scienza, Bollati Boringhieri, 2006
Questo libro si apre con un aneddoto raccontato da Einstein nella sua autobiografia: quando, all’età di quattro o cinque anni, il padre gli mostrò una bussola, il piccolo Albert ebbe per la prima volta la sensazione che ci fossero segreti profondamente nascosti dietro ogni cosa e fu percorso da brividi di freddo. Il “segreto della natura” è il tema portante intorno al quale Peter Pesic ricostruisce il significato dell’avventura scientifica e il suo profondo impatto sulla natura umana. Il termine “segreto” porta con sè interrogativi ineludibili sul motivo di tale segretezza e sulla possibilità che venga svelata. Cosa rende segrete le leggi di natura? Forse il fatto di non essere alla portata dell’uomo o di appartenere alla sfera del divino? Se invece le leggi naturali sono accessibili alla ricerca umana, perche sono così ben nascoste? E se sono nascoste, potranno mai essere comprese fino in fondo? La natura appare come un labirinto che necessita di nuovi eroi, capaci di trovare la via d’uscita districandosi tra corridoi sconosciuti. Nel libro s’intrecciano tre temi distinti, ma profondamente collegati tra loro. Il primo è la sfida dello scienziato alla natura, epica lotta che mette a dura prova entrambi i contendenti. Il secondo è l’effetto di tale lotta sulla persona dello scienziato e sulla sua sete di conoscenza. Il terzo è l’emergere da questa contesa di una matematica simbolica, linguaggio purificato necessario per decodificare i segreti della natura. Nel condurre le sue argomentazioni Pesic utilizza un approccio “umanistico” ai testi scientifici: “Il mio intento è quello di ritrovare il nucleo vivo dell’interesse umano, tale quale emerge nello sforzo della scienza”.
Piergiorgio Odifreddi, La scienza espresso, Einaudi, 2006
Economia, matematica, fisica, chimica, biologia: attraverso cinquanta incontri-interviste con i maggiori protagonisti di queste cinque discipline, Odifreddi percorre un’altra tappa del suo personale viaggio lungo i sentieri del mondo scientifico contemporaneo. John Nash, Amartya Sen, Enrico Bombieri, Jean-Pierre Serre, John Archibald Wheeler, Roald Hoffmann, Ilya Prigogine, Frederick Sanger, Renato Dulbecco, Rita Levi-Montalcini, James Watson sono alcuni dei personaggi che si incontrano in queste pagine che, spaziando dalla biografia alla ricerca – con incursioni, per esempio, nella religione e nella politica – compongono nell’insieme un “ritratto” della scienza del nostro tempo.
Piergiorgio Odifreddi, Incontri con menti straordinarie, Longanesi, 2006
Matematico di calibro internazionale e intelligente divulgatore scientifico, Piergiorgio Odifreddi con l’impertinenza e il rigore che caratterizza il suo sguardo trasversale sul mondo raccoglie in questo volume cento recensioni, apparse per lo più su “L’Espresso”. Non solo libri scientifici, ma anche biografie o romanzi vengono dissezionati dalla penna tagliente di Odifreddi, che, con un talentuoso esercizio di sintesi, riesce a offrirci un giudizio sempre folgorante sul significato di un libro, sulla sua nota dominante e sui suoi inestricabili intrecci con la situazione sociale e politica del nostro paese.
Pierre de Fermat, (a cura di A. Conte), Osservazioni su Diofanto, Bollati Boringhieri, 2006
“Fermat – scrive Giorgio Colli – non è un matematico di professione: uomo brillante nella vita pubblica, conduce un’esistenza tranquilla e provinciale come alto magistrato di Tolosa, dedicandosi poi nelle ore di ozio, quasi per divertimento, ai numeri e alle figure geometriche. (…) Per lui il numero non è un simbolo scritto, ma un oggetto di intuizione. È a contatto con il suo oggetto e si sente come un esploratore di misteri meravigliosi. E la sua predilezione per i numeri interi tradisce quasi un freddo trasporto mistico, di genuino stampo pitagorico. (…) Le “Osservazioni su Diofanto” (1670, postume) costituiscono forse la parte più aristocratica, severa e classica della sua opera, e sono dedicate di proposito alla teoria dei numeri. Si tratta di annotazioni marginali, che non suppongono quindi un lettore, e in cui l’enunciato del teorema viene perlopiù offerto come risultato che non mette conto giustificare. (…) È evidente che il semplice enunciato bastava a risvegliare l’intuizione sinottica di Fermat, la sua prodigiosa immaginazione geometrica, in cui, prescindendo da qualsiasi discorsività, gli oggetti rivelano in una simultaneità universale i loro nessi”.
Pietro Terna, Riccardo Boero, Matteo Morini, Modelli per la complessit, Il Mulino, 2006
I modelli che vengono proposti in questo manuale sono popolati da agenti che interagiscono tra loro e con l’ambiente e che modificano il proprio comportamento sulla base dell’apprendimento. La costruzione dei modelli è semplificata dall’uso di protocolli di programmazione e dall’adozione di schemi che chiariscono il ruolo dell’ambiente, degli agenti, delle regole di comportamento. Queste stesse metodologie possono essere estese all’esplorazione di reti sociali (imprese e sistemi d’imprese) con prospettive di analisi teorica, ma anche con risvolti applicativi concreti (simulazioni di contesti produttivi, sistemi formati da banche e imprese industriali).
Roberts Siobhan, Il re dello spazio infinito. Storia dell’uomo che salv, Ed. Rizzoli, 2006
“Imparare il linguaggio della geometria” afferma Brian Greene, autore dell’Universo elegante “è probabilmente il modo migliore per preparare le conquiste scientifiche di domani.”Sotto questo aspetto, Donald Coxeter, il più grande studioso di geometria del XX secolo, è uno degli uomini che hanno maggiormente contribuito al progresso scientifico. Vissuto in un’epoca in cui la forte tendenza alla ricerca dell’astrazione e del formalismo in matematica aveva portato a un’emarginazione della geometria classica – lo studio delle figure e delle loro proprietà, basato sull’elemento visivo e sull’intuizione-, Coxeter ha dedicato tutta la sua lunga carriera ad approfondire, a difendere e a diffondere quella disciplina di cui era innamorato, salvandola dall’oblio a cui pareva ormai destinata e aprendole la strada di nuove, inattese applicazioni. Nel Re dello spazio infinito, Siobhan Roberts ci presenta un ritratto di questo “genio irregolare”, dai suoi primi lavori adolescenziali fino all’ultima conferenza tenuta all’età di novantacinque anni. Il quadro che ne emerge è quello di un uomo capace di cogliere la bellezza della geometria in ogni aspetto della natura, dalle bolle di schiuma ai ciuffi degli ananas.
Simonne Jacquemard, Pitagora e l’armonia delle sfere, Donzelli, 2006
In questo libro l’autrice, narratrice e poetessa francese, cerca di ricostruire la vita e il pensiero di Pitagora di Samo. Eccoci dunque sbarcare insieme al filosofo sulla spiaggia di Crotone, la colonia della Magna Grecia dove Pitagora decide di fondare la sua scuola, e seguire passo dopo passo ogni sua scelta e ogni sua considerazione. Grande viaggiatore, tanto per mare che per terra, Pitagora lo fu soprattutto dello spirito, sicché fu proprio lungo quelle coste che presero corpo i suoi continui interrogativi: sull’origine dell’armonia e della bellezza, sui segreti della musica, e di ciò che è racchiuso nel nome di ogni cosa, primo indizio per scoprire l’enigma dell’universo.